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Mette fine alla sua carriera per malattia: drammatico addio nello sport.

Tom Devriendt, ciclista belga, annuncia il ritiro a causa del morbo di Crohn. La sua decisione segna una battaglia personale e un esempio di resilienza nel mondo dello sport.
Ludovica Rossi Dicembre 4, 2024

Mette fine alla sua carriera per malattia: drammatico addio nello sport. - (Credit: www.sportitalia.it)

La recente notizia del ritiro di un noto ciclista belga ha scosso il mondo dello sport. Tom Devriendt, costretto a fermare la sua carriera a causa di una malattia, ha sorpreso i suoi tifosi e appassionati. La sua storia, fatta di sofferenza e resilienza, pone l’accento su quanto possa essere difficile la vita di un atleta. Il morbo di Crohn, una condizione cronica che colpisce l’intestino, è stato il protagonista di una spietata battaglia che ha portato Devriendt ad una decisione inaspettata e difficile.

La storia di Tom Devriendt risale al tardo 2022, quando il ciclista ha cominciato a notare segni inquietanti nel suo corpo. In quel periodo, ha avvertito una sensibile perdita di peso che lo ha preoccupato profondamente, con una diminuzione del 4% della massa magra. All’inizio dell’anno successivo, la situazione è peggiorata. Nonostante le temperature non fossero particolarmente rigide, ha avvertito un freddo insopportabile. Questo e altri segnali hanno pian piano alzato il velo su una serie di problemi di salute che l’atleta stava affrontando.

Con l’avanzare della primavera, però, i problemi intestinali di Devriendt sono diventati sempre più gravi. Arrivava a dover visitare il bagno fino a dodici volte al giorno, una condizione che ogni atleta teme. Questi sintomi hanno portato a una frustrazione crescente, culminando nella diagnosi di morbo di Crohn, una malattia infiammatoria che complica la vita di chi la deve affrontare. Dopo due anni di strazio e preoccupazioni, per Devriendt è arrivato il momento di considerare seriamente il proprio futuro nello sport, una decisione che nessun atleta vorrebbe prendere.

Il ritiro: una liberazione per un atleta

Il momento che ha segnato il ritiro di Tom Devriendt ha colpito il panorama del ciclismo, generando un certo stupore tra i tifosi. La notizia, sebbene inaspettata, è stata accompagnata da una sorprendente ondata di sostegno e comprensione da parte del pubblico, che ha visto in lui non solo un atleta, ma anche una persona che sta combattendo una battaglia personale. Secondo quanto riportato da Cicloweb, per Devriendt, abbandonare la carriera non è visto come una sconfitta, ma piuttosto come una liberazione. Le sue parole stridono con quelle della maggior parte degli atleti, che considerano il ritiro come un capitolo chiuso.

Tom ha chiaramente affermato che, se la squadra gli avesse offerto un contratto rinnovato, l’avrebbe rifiutato senza pensarci due volte. Questo approccio mostra un’evoluzione significativa nel modo in cui l’atleta percepisce se stesso e il proprio corpo. Senza più il peso dello stress e le pressioni continue a cui era sottoposto, sta finalmente iniziando a recuperare le energie e a riscoprire la sua salute. A soli 33 anni, con un futuro davanti a sé, Devriendt sembra aver compreso l’importanza di mettere la salute al primo posto.

La malattia e il suo impatto nel mondo dello sport

Il morbo di Crohn è una patologia che interessa una buona fetta della popolazione, colpendo spesso anche i più giovani. È una forma di infiammazione cronica dell’intestino, la cui gestione richiede un approccio terapeutico complesso, prevalentemente farmacologico. I sintomi possono variare da lievi a gravi e influenzano notevolmente la vita di chi ne è affetto. Devriendt si è trovato a dover affrontare non solo le sfide fisiche imposte dalla malattia, ma anche l’impatto psicologico che la situazione ha avuto sulla sua carriera.

Nel ciclismo, dove la questione della forma fisica è cruciale, convivere con una condizione come il morbo di Crohn può risultare devastante. Con ogni pedalata, la preoccupazione sul proprio stato di salute può diventare opprimente. Tuttavia, la decisione di Devriendt di ritirarsi e di prendersi cura di sé stesso rappresenta un esempio di autoconsapevolezza e resilienza. La sua storia dimostra che, a volte, è necessario fermarsi per riprendersi e affrontare le sfide in modo diverso, con un occhio al futuro e non solo al passato.

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