Aprile 26, 2024

In Arabia Saudita è un’altra doppietta Red Bull: Ferrari quarta forza

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Dal giro 22, quando Hamilton è riuscito a passare entrambe le Ferrari, la domenica saudita delle rosse si è definitivamente rabbuiata

L’anno scorso la domenica di Formula 1 a Jeddah aveva inquietato per l’esplosione di uno stabilimento petrolifero, sponsor del team di Stroll. Quest’anno il botto però lo ha fatto direttamente il team della Aston Martin, che ha visto Alonso riportare una monoposto verde in prima fila dopo il lontano 1959 e concludere una gara con un passo costante al terzo posto, dopo essere scattato anche in testa con una partenza fulminea davanti a Perez. Questi gli elementi più nuovi e interessanti della prova saudita.

Meno originale invece la seconda doppietta dell’anno su due prove disputate, a credito di Red Bull. Anche se questa volta a favore di Perez con una grande, significativa reazione alla prima vittoria 2023 di Verstappen: il messicano porta a casa pole e, soprattutto, la quinta vittoria in carriera.

Rispetto a due domeniche fa, però, manca lo spagnolo junior subito alle spalle. Invece, sono migliorate le Mercedes: stavolta Russell meglio di Hamilton. Ancora più indietro, le due Ferrari: sesta e settima, sempre con Sainz davanti a Leclerc.

Un’altra domenica sotto le aspettative, dove nessun evento esterno ha condizionato più di tanto le prestazioni Ferrari e, tutto sommato, non c’è stato neanche alcun imprevisto tecnico. Con due gran premi andati in archivio, sembra tuttavia ormai scontata la necessità di dimenticarsi di fare confronti con il 2022. Il 27 marzo di un anno fa su questa pista Leclerc segnava il giro più veloce e i due ferraristi arrivavano secondo a terzo con un distacco contenuto da Verstappen, Perez quarto. Oggi lo scenario era differente: il campione in carica partiva indietro per un guasto e anche Leclerc per la penalizzazione di un’ennesima sostituzione, ma c’è anche da ricordare una qualifica mediocre di Sainz. Durante la corsa le posizioni perse sono state presto compensate e sono emerse senza indugio le configurazioni migliori: Perez ha mantenuto stabilmente in prima posizione, Verstappen ha recuperato senza problemi, arrivando a ridosso del vincitore. E poi Alonso, non si può chiamare miracolo: ha fra le mani una Aston Martin competitiva come mai e, con la sua esperienza e carattere, la fa girare indubbiamente bene e meglio di entrambe le Mercedes. Peccato che il centesimo podio in carriera gli è stato ’strappato’ da una decisione post gara, per via di un errore dei meccanici al primo pit stop: è stato stabilito che hanno toccato la vettura troppo presto mentre stava scontando i cinque secondi che gli sono stati dati per una posizione scorretta allo start.

Ferrari “poco pervenute”

Passo gara insufficiente a tenere testa a ben tre squadre. Volendo trovare qualcosa di positivo, c’è da dire che né la squadra principale né Haas e Alfa Romeo hanno avuto rogne: probabilmente il guaio alla centralina che ha afflitto il weekend in Bahrain dovrebbe essere deduttivamente solo relativo alla sua installazione sulla Ferrari. Il che lo dovrebbe rendere un caso non drammatico e di risoluzione definitiva probabilmente in tempi rapidi.

Un po’ di azione, ma solo all’inizio

Iniziata per una volta in modo frizzante già in prima fila, nonostante Verstappen e Leclerc assenti: il primo per un guaio tecnico in qualifica di ieri, che lo ha visto scattare dalla quindicesima posizione per impossibilità di fare un tempo migliore. Il ferrarista, come noto, ha invece di nuovo dovuto mettere mano alla centralina elettronica: la seconda posizione cronometrica è stata quindi traslata al dodicesimo posto in griglia.

A proposito: come accennato, di Alonso ha stupido una partenza a razzo, che lo ha visto primeggiare su Perez. Ma ha commesso un errore di distrazione o ansia: non si è posizionato bene sulla casella di partenza: condizionato da un episodio precedente di un collega, ha avuto paura di andare troppo avanti sulla riga, tuttavia si è posizionato qualche centimetro di troppo a sinistra.

Complice una visibilità scarsa anche a causa della forma dell’abitacolo e dell’Halo, non avendo “centrato2 bene il suo spazio è stato penalizzato di cinque secondi da scontare al primo pit stop. Peccato per l’errore del team durante l’effettuazione della sosta. Quello che conta è aver dimostrato macchina e classe. Classe e macchina, come ai vecchi tempi. Pazienza se ha preso una sanzione: la accetta, per una volta, senza brontolare. Anzi: se ne lamenta solo alla fine, perché tutto sommato lo mandano sul podio e glielo comunicano dopo. Tre punti in meno ma una frecciatina alla Fia non poteva farsela mancanre. Meglio di un drive through obbligatorio. Niente leadership comunque: Perez lo aveva passato già al quarto giro.

Pensare che fino a un terzo di gara c’è stato ancora un po’ di tensione per la Ferrari: Leclerc stava ancora davanti a Verstappen, ma avendo le soft è dovuto andare cambiarle presto. E, manco a farlo apposta, al giro 18 entra la safety car per Stroll: un azzardo lasciarlo in pista con un’auto già ’fumante’ in partenza. Un fatto che ha avvantaggiato ancora una volta “gli altri”. Fino a metà gara, comunque, il podio sembrava più equilibrato e consono alle qualifiche: Perez, Alonso e Russell, sarebbe stato per molti più digeribile. Ma dal giro 22, quando Hamilton è riuscito a passare entrambe le Ferrari, la domenica saudita delle rosse si è definitivamente rabbuiata.

Tornando sulle inglesi

Mentre le Alpine gongolano e le McLaren piangono (anche se il neo assunto Piastri promette bene), Red Bull mostra sempre una forma (e una classe) a parte. Perez ha conquistato una vittoria meritata, mantenendo un vantaggio enorme sul suo compagno di squadra e su tutti gli altri per la maggior parte della corsa. Ma non bisogna dimenticare certo il modo in cui l’olandese ha superato il resto dello schieramento, su una pista non facile da sorpassare: segnali inquietanti per il resto della stagione. E l’Aston fa analogamente paura, specie a Mercedes e Ferrari, che si sentiranno più indietro di dove pensavano di essere in quanto a sviluppo della monoposto.